CIAO MAESTRO!!!

Scansionedi Claudio Grassi  www.sinistralavoro.it 13/12/2016

Cosa si può dire di un compagno che ha diretto una delle più importanti lotte operaie del nostro Paese del 900: la lotta degli elettromeccanici del 1960? Lotta vittoriosa (“resisteremo un minuto più del padrone”, lo inventò lui) che aprirà la strada alla riscossa operaia dell’autunno caldo del 68/69?
E cosa si può dire di chi scrisse la più importante legge del 900 che trasformò i diritti conquistati in decenni di dure lotte in legge dello Stato, cioè lo Statuto dei Lavoratori?
Nulla!
Basterebbe questo per dire che è morto un grande e che con Giuseppe Sacchi se ne è andato uno dei grandi del 900.
Ma nel ricordarlo voglio parlare d’altro. Perché Sacchi era anche altro.
Soprattutto negli ultimi anni i suoi discorsi andavano sempre su due momenti della sua vita che ricordava con commozione: Sacchi è stato ciclista, “corridore” come mi diceva lui. E quando mi capitava di andare a trovarlo che stava guardando il Giro d’Italia si commuoveva.
Sacchi amava il ciclismo. Lo ha fatto seriamente quando era un ragazzo. Era un ciclista che in gergo veniva chiamato “gregario”. Quello che durante la gara compie le maggiori fatiche: apre la strada nella volata al campione, gli tira la salita: insomma lo fa vincere ma il merito non lo prende mai lui.
E poi Sacchi ha fatto il militare in marina. Per diversi anni ha girato il mondo sulle navi. Anche questo era una cosa ricorrente negli ultimi colloqui. Me ne ha parlato spesso forse perché la solitudine e le difficoltà vissute in quegli anni sono stati molto forti. Faceva il motorista. Riparava i motori delle navi. Anche qui come nel ciclismo stava nelle retrovie, nel sottofondo della nave.
Ecco, potrei scrivere mille cose di Sacchi, ma queste due mi sembrano la “cifra” della sua vita personale e politica: “quel che conta è fare non apparire”.
Caro Pino mi mancheranno i tuoi insegnamenti che in genere arrivavano tra un rigatone e l’altro cucinati con maestria dalla tua compagna Sunta, le tue battute sferzanti: “in politica non ci si propone mai, si viene proposti”, oppure “andare in Parlamento è stato importante ma le mie più grandi gratificazioni le avute nelle fabbriche con la Fiom”.
Non ci sei più! Ora ritroverai Sunta e le tue compagne e compagni della vita: Colombi, Vaia, Stellina, Bera, Nigretti, Pesce, Nori…
Buon viaggio carissimo compagno

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