Sanità pubblica. Proposta Mantovani: ticket progressivi rispetto al reddito

Pubblichiamo questo contributo di Albarosa Raimondi (già vice direttrice sanitaria del Policlinico di Milano) sui “ticket progressivi”. La Redazione del sito.

A proposito di sanità e di partecipazione alla spesa sanitaria, è di questi giorni la notizia che Mantovani, nuovo assessore alla sanità in Regione Lombardia, La nuova sede Regione Lombardiaproporrebbe i ticket progressivi rispetto al reddito, dimenticando evidentemente che la sanità pubblica, e ormai da un decennio circa con l’introduzione dei criteri di accreditamento anche quella privata accreditata, dovrebbe essere garantita, così come lo è stato per l’appunto fino ad un decennio fa, dalla fiscalità generale.

Infatti tra le motivazioni delle onerose trattenute sugli stipendi, sulle pensioni e comunque su ogni reddito (ovviamente dichiarato) vi è proprio il “sostentamento” della sanità pubblica che dovrebbe garantire il rispetto del trattamento sanitario uguale per tutti, al fine proprio di eliminare le divergenze di trattamento tra le varie categorie di persone, come esisteva fino alla fine degli anni ’70 prima della riforma sanitaria e della istituzione del Servizio Sanitario Nazionale.

In questi ultimi anni, sempre più, ci si è dimenticati di tutto ciò e sempre più sono stati introdotti ticket sanitari che periodicamente sono stati aumentati e “allargati” coprendo sempre più settori, senza che però venisse ridotto il prelievo fiscale.  Tra l’altro anche le spese sanitarie, talvolta completamente private, dei parlamentari,  ma anche degli ex parlamentari,  pesano su tutti noi.

Per esempio a me risulta e mi piacerebbe essere smentita che i ricoveri anche di mesi degli ex parlamentari, in strutture private, siano completamente a carico nostro, certamente non loro.

Tornando al ticket progressivo rispetto al reddito, bisogna ribadire il concetto che la difesa della salute è un bene primario per tutti, “ricchi” compresi. Non si può introdurre un ulteriore elemento discriminatorio. Il ticket deve essere uguale per tutti  (in realtà dovrebbe essere eliminato per tutti per i motivi sopra esposti), semmai si può capovolgere il problema aumentando le esenzioni a quelli che hanno un basso reddito. Con l’introduzione del ticket progressivo verrebbe colpita come al solito la classe media, ormai diventata medio-bassa col rischio che diventi anche lei solo “bassa”, cioè quella dei professionisti, particolarmente quella dei professionisti dipendenti (e quindi con un reddito dichiarato fino all’ultimo cent.).

Bisognerebbe quindi riflettere meglio prima di adottare provvedimenti ingiusti, a tal fine vorrei sottolineare quanto segue:

-      in Italia non è possibile individuare i ricchi, quelli veri i capitali se li tengono all’estero. Verrebbero quindi anche esentati dalla partecipazione alla spesa sanitaria, cioè dal ticket;

-      con quali criteri verrebbe scelta la soglia di ricchezza?

-      quanti dei cosiddetti ricchi devono aiutare i figli, diventando così sempre meno “ricchi”, vista la situazione lavorativa ed abitativa dei giovani ?

-      i ticket sanitari sono veramente troppo alti e se si è malati affrontare tale spesa diventa oneroso per tutti, a volte la spesa diventa insostenibile anche per quelli considerati “ricchi”, cioè i professionisti a reddito fisso o comunque dichiarato;

-      in realtà la fiscalità generale, quella che dovrebbe sostenere la spesa sanitaria, è già proporzionale al reddito, quindi i “ricchi” (quelli dichiarati) già contribuiscono maggiormente alla spesa sanitaria che sostiene il Servizio Sanitario Nazionale;

-      i numerosi evasori fiscali in quale categoria verrebbero messi? In quella dei poveri meritevoli di esenzione?

-      perché invece non si parla di eliminare le spese assolutamente inutili come le varie consulenze o contratti a progetto attribuiti per svolgere attività che potrebbero benissimo fare (come hanno sempre fatto) tranquillamente i dipendenti? Oppure perché non si interviene sullo spreco di denaro pubblico rappresentato per esempio dalla duplicazione delle alte dirigenze così come avviene nelle Fondazioni Ospedaliere?

-      perché non si aboliscono i rimborsi sanitari per gli ex parlamentari?

Albarosa Raimondi

 

 

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