La sanità pubblica non è un’elemosina

Sul tema molto attuale della sanità pubblica, ben volentieri pubblichiamo un articolo di Albarosa Raimondi, già vice direttrice sanitaria del Policlinico di Milano.

La sanità pubblica non è un’elemosina

E’ di questi giorni la seguente notizia:”Sanità, stretta dei medici, basta con esami inutili.

Sorge spontaneo un interrogativo pressante: quali sono gli esami inutili? E come si può individuarli prima di prescriverli? Quando un esame diagnostico diventa inutile? Forse quando risulta negativo? Ma come si fa a saperlo prima? Il secolo XX ha fatto passi da gigante nella diagnostica medica e conseguentemente nell’approccio terapeutico. Così la vita media si è allungata un po’ per tutti: ciò è dovuto prevalentemente alla diagnosi precoce e agli interventi tempestivi.

Ma la diagnosi precoce, spesso anche in assenza di sintomi o in presenza di lievi malesseri aspecifici, viene fatta proprio tramite gli “esami diagnostici tempestivi”: certo in molti casi tali esami non evidenzieranno nulla di patologico, per fortuna,  ma ina altri casi saranno fondamentali per una diagnosi precoce.

Da anni si sta assistendo ad un attacco metodico nonché mediatico ala sanità pubblica tentando, tra l’altro, di colpevolizzare sia i pazienti che i medici, ritenuti incapaci se a fini diagnostici prescrivono esami complessi, quindi costosi e conseguentemente ritenuti “inutili”.

Sara bene ricordare che: punto primo, la sanità pubblica non è frutto di elemosine, ma dovrebbe essere garantita dal prelievo fiscale che viene fatto sia sugli stipendi (prevalentemente dei tanto vituperati dipendenti pubblici)

Che sulle pensioni, sicuramente non sugli introiti degli evasori fiscali.; secondo, poiché sembrava che ciò non bastasse si è passati ad un ulteriore prelievo dalle tasche degli italiani mediante l’introduzione dei tickets, denominati partecipazione alla spesa sanitaria; terzo, non si è mai intervenuti seriamente sugli sprechi veri in sanità (v. consulenze inutili ed altro) ma ci si accanisce sempre contro le spese del personale sanitario, rendendo, con i tagli sulle assunzioni, sempre più difficile l’espletamento della propria professionalità; quarto, in realtà dietro tutte queste manovre c’è l’obiettivo di distruggere la sanità pubblica per renderla tutta privata e poter finalmente cominciare a guadagnare e speculare liberamente sulla salute delle persone.

Le assicurazioni, le società varie, ecc., sono da anni in attesa di poter mettere finalmente le mani su un potenziale bottino appetitoso. Infatti, le persone possono risparmiare su tutto: vacanze, vestiti, anche sul cibo ma per la salute tutti sono disposti a spendere i propri averi anche fino all’ultimo centesimo.

di Albarosa Raimondi

(pubblicato dal “Fatto Quotidiano”nella rubrica della posta dei lettori il 3 gennaio 2012)